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IL MIO NOME E’ ANDREA

Andrea è una ventinovenne che abita, assieme alla sorella Arianna, in un paese della Brianza. Quando Arianna si sposa, Andrea si ritrova ad affrontare la vita senza il suo appoggio. Ma ancora non sa che, dal giorno del matrimonio della sorella, avrà la possibilità di contare sull’aiuto di due persone, una reale e una non, per superare una serie inaspettata di cambiamenti che stravolgeranno la sua quotidianità. Imparerà a riconoscere i veri amici, a contare sulle proprie capacità e a credere nuovamente nell’amore. Rimarrà la solita piagnucolona, certo, ma in fondo quale donna non lo è? L’unica cosa di cui non potrà più fare a meno è sognare, sognare tanto, anche se questo comporterà l’addormentarsi praticamente dappertutto!

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TUTTO IL RESTO APPASSI’

Le poesie di “Tutto il resto appassì” nascono come uno sfogo, rappresentando tre anni e mezzo di cambiamenti nella vita dell’autore. I concetti cambiano man mano che gli scritti avanzano, dalla misantropia e dall’ostilità nei confronti del mondo si raggiunge la volontà di ricerca di quei valori, che sembrano essersi assopiti nell’uomo del ventunesimo secolo.
Una sola richiesta da parte dell’autore: sappia il lettore cogliere in queste pagine una giovane voce che cresce e matura, con la quale possa condividere le emozioni espresse in ogni verso poetico.

 

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CHILE

“Chile” è poesia delle occasioni, la quale rivela la magia e la tragedia nascoste dentro la vita di ogni giorno, dentro i suoi oggetti, dentro gli eventi – piccoli o grandi che siano – che segnano lo scorrere del tempo quotidiano.
Il simbolismo dell’autore è tanto ermetico quanto cristallino e mirato: Molinaro individua un oggetto (la toppa con la bandiera del Cile, le scarpe), o magari fotografa un singolo momento (la seduta dal dentista, la mattina di Capodanno), e li trasforma in un’immagine emblematica e misteriosa, capace di evocare una miriade di possibili significati, un’infinità di relazioni nascoste.
“Chile” merita di essere studiato e assaporato, perché ha il pregio di disegnare i contorni del microcosmo – estetico e personale – dell’autore, e lo fa in punta di piedi, con una precisione quasi maniacale.

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STORIE DI FAMIGLIA. RACCONTI SCRITTI IN MACCHINA

C’è chi, in un giorno poco opportuno per le rivelazioni, scopre che la madre ha mentito su tutto. E chi si trova davanti a un criminale armato di pistola o in un palazzo un secondo prima che venga fatto esplodere. E c’è semplicemente chi mette in discussione se stesso e ciò che pensava di essere. Nei racconti di Rossano Crotti, c’è la normalità straordinaria che non è mai scontata. Il desiderio di avere una famiglia può sembrare qualcosa di irrealizzabile. I sogni si infrangono, crollano le certezze, si torna bambini. C’è chi è rimasto orfano. C’è chi da adulto si rende conto di non aver mai avuto accanto chi sapesse amarlo. E c’è chi è rimasto solo, per una malinconia interiore o perché non ha avuto coraggio. Infine ci sono le paure e i desideri che prendono forma nei sogni a occhi chiusi o aperti, talmente aperti da diventare reali.

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IL PROFUMO DELLA NEVE

Più che una biografia, “Il profumo della neve” è un racconto in parola di romanzo: i fatti sono ripresi dalle vicende del protagonista, un intraprendente montanaro che ha amato tutto della vita, la natura, la neve, gli amici, il lavoro, i soldi, la musica, i viaggi, e le donne. Ma la ricostruzione degli avvenimenti sconfina nell’immaginazione, spesso nell’invenzione di particolari, in un gioco di ricerca di sensazioni, suggestioni, nostalgie, come se l’intento da parte dell’autrice fosse quello di divertirsi nell’atto della scrittura.
È una valle il luogo dell’infanzia del protagonista Fiore, una valle in cui la neve restava a lungo, fino a marzo. La neve formerà il suo carattere e il suo destino, lo porterà a muoversi tra i monti di alta quota, e poi quasi a vagabondare, con nuovi interessi, nelle varie stagioni della vita.

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LA RIVOLUZIONE DEI PESCI

Una raccolta di istantanee contemporanee scattate dall’occhio attento di un poeta minore. La decadenza di un’Italia sempre più sbiadita. Una nazione che a parole vuole li cambiamento, vuole rottamare il passato, vuole sovvertire le ingiustizie, ma che poi non trova degno seguito con i fatti.
La rivoluzione ai tempi dei social network.
Una convivenza difficile con un quotidiano oscuro e arido che trova sollievo nelle voci dei poeti del passato e nei fiori che ancora possono nascere in questo deserto.
Una presa di posizione di conflitto, da parte dell’autore, verso un presente sterile di valori e di umanità.

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LIFTH

Lifth, un universo parallelo in cui non esiste il dio denaro, ma dove tutto ciò che conta è quello che hai da dare alla società. Tommaso e Nicole, due ragazzi inconsapevoli del loro destino, creature lifthiane inviate sulla Terra per assolvere a una missione che li vedrà opposti a un sistema in apparenza impossibile da cambiare. Nella loro battaglia fluttua un amore segreto, ingiusto nella forma, vitale nella sostanza. Soli contro l’intero universo, contro il sistema del denaro sovrano, giungeranno a una soluzione finale, a una scelta destinata a mutare il corso degli eventi.

 

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CONFERENZA SULLA SCRITTURA GIOVEDI’ 11 FEBBRAIO

Ho il piacere di invitarti alla conferenza che terrò giovedì 11 febbraio presso la Polisportiva di Formigine
(Via Caduti di Superga, 2).
Parleremo del mestiere di scrivere e dell’attività editoriale che negli ultimi cinque anni ha portato Edizioni Terra marique a crescere insieme ai suoi autori e a diventare una fucina di talenti, apprezzati per la loro produzione narrativa, poetica, storica, fiabesca.
In qualità di direttore responsabile di questa dinamica realtà editoriale, ma soprattutto come scrittrice e amante dei buoni libri, ti invito alla serata, durante la quale avremo anche modo di chiacchierare con alcuni dei nostri autori e partecipanti ai corsi di scrittura, nel tono leggero e coinvolgente che da sempre contraddistingue le nostre presentazioni di libri e lezioni di scrittura.
La conferenza si svolgerà giovedì 11 febbraio
dalle 21
al secondo piano della Polisportiva Formiginese
Via Caduti di Superga, 2
L’ingresso è libero, non occorre prenotarsi.
Ti ringrazio fin da ora per la preziosa attenzione.
Roberta Rossi
Direttore responsabile di Edizioni Terra marique
338/2738333

IL MESTIERE DI SCRIVERE
Parliamo di scrittura, parliamo di una fatica da bottega artigianale, più simile alla scultura che alla fabbrica di effetti speciali. Parliamo di editoria, e del problema di pubblicare. Ne parliamo con chi lavora ogni giorno in casa editrice e con chi, attraverso un intenso percorso editoriale, ha trovato la sua voce narrante.

 

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AmErica

Questa raccolta doveva intitolarsi “Conversando con lo specchio”, ma poi ho deciso di dedicarla alla donna della mia vita, oltre che al Nuovo Mondo – il che per me è un po’ la stessa cosa: lei è il mio Nuovo Mondo, l’AmErica – per risultare meno criptico e più beatamente ingenuo. Quello che, nella sostanza, sono.
Il mio libro racchiude ed esprime non solo alcuni episodi importanti della mia vita, ma anche un’anima incoerente, tanto serena quanto conflittuale, tanto dolce quanto lucida e crudele.
Io stesso mi sorprendo di ciò che riesco a scrivere, perché, nonostante la mia fama di logorroico, non sarei mai in grado di parlare nello stesso modo di persona: qui sta il segreto della scrittura, e forse anche la sua ragione d’essere.
Sono convinto da sempre che scrivere significhi raccontarsi con tutta la forza, la grinta, l’amore, la disperazione, la gioia e la fantasia possibili, senza imbottirsi di retorica o di immagini troppo consuete, chiamate ad assecondare l’immaginario “poetico” del pubblico.
Non fraintendetemi, non mi azzardo neppure a mettere in discussione gente che ha immagazzinato in capoccia l’Arte mille volte meglio del sottoscritto, ma rimane il fatto che per me scrivere è una liberazione, è una scalinata stretta e impervia che porta all’estasi, forse persino a un qualche barlume di felicità.
Scrivere, per me, non significa rimirarsi l’ombelico, e neppure tentare di dimostrare capacità e talenti che non possiedo, ma è eros allo stato puro, è sangue, saliva e occhi sgranati.
È la vita stessa, e quindi non me la sento proprio di ridimensionarne il valore: la mia scrittura, a prescindere dalla sua qualità, vuole essere una lente di ingrandimento che vede dentro di me e che prova a decifrare gli altri.
Com’è lo spettacolo, bello? Non sempre, ma è il nostro spettacolo, e allora credo valga la pena perderci qualche minuto.
Forse vi state chiedendo quando ho intenzione di iniziare a parlarvi del contenuto del mio libro e di ciò che il mio libro affronta: la verità è che io stesso non sono in grado di spiegare le immagini che infarciscono i miei testi, anche perché si tratta di sensazioni e di figure così lapidariamente soggettive che credo sia giusto gustarsele in pace.
A volte non significano nulla, altre volte c’è troppo di me stesso e quindi preferisco sorvolare; a volte ci sono sensazioni che non sarei in grado di spiegare, altre ancora cose terribili di cui non riuscirei mai a parlarvi di persona, quindi ecco, la soluzione più logica mi sembra aggirare il problema.
L’unica cosa di cui sono sicuro è che questo libro, nonostante le tenebre che ogni tanto scaraventa in faccia al lettore, in realtà rispecchia il mio modo di essere, o quantomeno una parte di me, quella più complessa e libera.
Questo è un libro che vuole gridare al mondo che non è giusto arrendersi, che non è bello sprecare la propria esistenza e che nessuna tragedia e nessun orrore deve riuscire a convincerci che la vita è un tuffo in picchiata.
Se ragionassimo così, prima o poi arriveremmo a pensare che solo l’abitudine ci costringe ogni mattina a mettere i piedi fuori dal letto, perché in realtà nulla di ciò che ci circonda (e soprattutto i nostri simili) ha importanza per noi.
L’unica certezza è che una visione simile non mi appartiene: io non concederò spazio a una simile deriva, e se mai l’ho fatto sono stato un completo idiota. Anche se di rado sono soddisfatto di me stesso, anche se mi sento in debito con il resto dell’umanità per ragioni che ignoro (infatti ho deciso di fare l’avvocato, ovvero ho optato per una missione in terra, più che per un mestiere), continuo a credere che raccogliere le proprie forze a piene mani e provare a costruirsi un futuro – magari, felice – siano le cose migliori che si possano fare.
Senza però che questo implichi fingere di non vedere i problemi: ogni tanto questi problemi mi piace sbatterli in faccia, soprattutto a me stesso. Mi piace polemizzare, in tal senso, con quelli che mi circondano, ma prima con me stesso. Per mettere in discussione anche le mie certezze.
Passiamo a cose più serie.
La dedica è sin troppo ovvia: la mia vita è piena di gente meravigliosa, tanto che non starò a fare nomi – ma sto pensando a Voi: dal papà ai fratelli, passando per tutti gli altri. Ed è quindi logico che il libro sia un piccolo, umile regalo per chi è stato più grande e meraviglioso di tutti, anche se oggi non c’è più.
Qualche giorno dopo la morte di mia mamma, sono passato dal cimitero in collina che fa da guardia alla sua anima. Improvvisamente, mentre mi avvicinavo all’auto parcheggiata sotto i cipressi, l’immagine del suo sorriso mi ha dato le vertigini: il rumore del vento fra le foglie mi ha fatto toccare con mano la sensazione stessa di essere in vita e poi mi ha sollevato in aria.
Non so se fosse Lei che da lassù mi stava guardando, o se il cielo avesse deciso di farmi uno scherzo, ma sono certo che in quel momento ho incontrato qualcosa di più grande, ne ho percepito l’esistenza (e non parlo di qualche divinità).
In quel momento ho deciso che non avrei più sprecato un solo minuto di quel che mi resta da vivere, poco o tanto che sia. Ho deciso che il coraggio e la voglia di esistere, di affermare la stessa esistenza, a dispetto di tutto e di tutti, saranno la forza in grado di motivare e sorreggere la mia vita.
Che nessuno provi a contraddirmi, dunque.
Non sarò io a dirvi addio.
                                                                                                                                                                     Francesco Buffoli

 

 

 

 

 

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TKAWET IN CALLE CRISTO DE LA LUZ

C’è un tempo per seguire gli istinti
C’è un tempo per ascoltare l’anima
Viene un tempo in cui tutto sembra ricominciare
Due giovani, l’università, le avventure, il sesso. Poi all’orizzonte si staglia sempre più netta per entrambi la linea d’ombra conradiana e arriva la vita, quella vera, che porterà i due ad allontanarsi. Lorenzo diventerà un giovane ingegnere insoddisfatto, Elisa una spregiudicata body-artist. Ormai lontani, ognuno nel proprio mondo, si troveranno ad affrontare una crisi esistenziale che li porterà a rincontrarsi a molti chilometri da casa.

 

PRESENTAZIONE TKAWET IN CALLE CRISTO DE LA LUZ A MORANO CALABRO (CS)

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