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L’AUTRICE SI RACCONTA: ROBERTA ROSSI

“Il mio regalo per te”: Paolo Ruini intervista Roberta Rossi per la Gazzetta di Reggio Emilia

La ricerca delle proprie origini e del proprio passato è un bisogno essenziale che fai emergere nel tuo nuovo romanzo?

Mi hanno insegnato a guardare avanti: il futuro è ciò che veramente conta, soprattutto quando hai una famiglia e dei figli da crescere. La protagonista del mio romanzo, poco più che trentenne e reduce dal fallimento del suo matrimonio, ha però bisogno di fermarsi prima di decidere quale strada percorrere e con chi. Hai presente le pause riflessive? A volte sono necessarie e, nei casi più fortunati, posso rivelarsi momenti pieni di vita, dai quali trarre ispirazione per prendere decisioni importanti o semplicemente per tirare il fiato e ripartire. Elly vivrà la sua pausa riflessiva, il suo momentaneo allontanamento dalla città e dal lavoro (poco redditizio e poco appagante) come un tempo sospeso, durante il quale i racconti delle persone di un piccolo borgo dell’Appennino modenese diventano per lei linfa vitale, faro provvidenziale nella ricerca di quel coraggio che possa renderla davvero libera e felice.

Con questo libro hai voluto rappresentare in una sorta di affresco la situazione giovanile di oggi?

Se decidi di ambientare una storia nel presente, è inevitabile guardarsi intorno e prendere coscienza delle difficoltà storiche attuali. Benché continuino a esserci persone privilegiate e pronte a spendere soldi per l’ultimo modello di iPhon, c’è anche chi fa i conti con situazioni estremamente critiche. La protagonista del mio romanzo rientra in questa seconda categoria: l’affresco sulla situazione giovanile finisce qui, perché poi la sua storia è unica, come uniche sono le storie delle persone “reali” che conosco e che lottano ogni giorno per raggiungere i loro obiettivi. Non è nemmeno un romanzo autobiografico, nonostante alcuni punti di contatto tra me e la mia protagonista esistano: attraverso lei ho ripercorso una parte importante del mio lavoro, quando intervistavo la gente di montagna per i miei libri. Ma, come dicevo, la storia di Elly è solo sua, e il suo percorso unico e irripetibile.
Alcuni anni fa hai fondato una casa editrice, come sta andando?

Edizioni Terra marique è una realtà in crescita. Abbiamo superato le venti pubblicazioni, tra romanzi, poesie, racconti, monografie storiche, e abbiamo scovato autori interessanti, giovani e meno giovani, pieni di talento. Era quello che volevamo fare quando nel 2011 la casa editrice è nata: continuiamo a seguire questa strada, orientandoci in un settore apparentemente in continua evoluzione. In realtà ciò che fa la differenza non sono le nuove tecnologie, ma le buone storie, quelle per cui il lettore si convince a spendere soldi e tempo, pur non trovandosi di fronte ad autori di fama o a un noto marchio editoriale. Quando ciò succede, quando convinciamo qualcuno a dedicarci un po’ del suo tempo, allora capiamo di essere sulla giusta strada.