Descrizione
Non so, lettore, se ti sia mai capitato di prendere tra le mani quei biglietti d’auguri antichi, nei quali le parole in bella grafia si mescolavano a immagini dipinte a mano tra oli e luccichii, dove anche le dita assaporano la superficie vellutata e crespa degli accumuli di colore, una dimensione che per qualche istante immerge in un mondo lontano che ci riporta a qualcosa di perduto, di una infanzia di stupori e speranze non ancora tradite.
Quello che da questi testi trapela è una serie di proiezioni in un tempo sospeso, come interrotto, rallentato, quadri che fissano nell’istante immobile della parola, frammenti di vita che l’autrice coglie attraverso una natura umanizzata, che riconduce a un rapporto più autentico quel sé dell’infanzia che, dimenticato dalla vita adulta, riemerge in uno stupore soffocante.
La raccolta si snoda attraverso tre temi conduttori (natura, epica, sentimento), in una ricerca che attraversa linguaggio e metrica, dalle forme libere a quelle classiche, in un succedersi istintivo, senza sezioni, poiché, in sintonia con la sensibilità della poetessa, spontaneamente si propongono al lettore.